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Elezioni comunali San Vero MilisLe nostre proposte ai Candidati Sindaco e loro liste: dalla ricostruzione delle capanne rilancio al turismo

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ELEZIONI COMUNALI -31 maggio 2015-SAN VERO MILIS-

L'Associazione Culturale Amici di Su Pallosu, in occasione delle prossime elezioni comunali, sottopone all'attenzione di tutti i candidati Sindaco, loro liste e candidati Consiglieri, le seguenti proposte
 L’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu propone a tutti i candidati sindaco alle prossime elezioni del 31 maggio di sostenere la realizzazione-ricostruzione di tre Capanne in falasco a scopi turistico culturali nell’area comunale abbandondata dell’ex camping di Sa Mesa Longa.Con il FAI Fondo Ambiente Italiano sarà possibile la creazione di una Casa del Territorio Museo della Pesca.Il turismo può e deve basarsi sulla conoscenza del nostro passato.Il turismo è cultura e ricchezza.

13 Proposte di buonsenso per Su Pallosu e per la Marina di San Vero Milis


-Indizione referendum comunale su chiusura Lungomare Putzu Idu (promesso e inspiegabilmente revocato);
-Collegamento sistema fognario di Su Pallosu con il resto della Marina (unica borgata sin ora esclusa);
-Potenziamento illuminazione pubblica di Su Pallosu, sino a Punta Tonnara (raddoppio attuali 5 lampioni);
-Punto Panoramico Punta Tonnara: rimozione attuale guard rail arrugginito, adeguamento piazzola sosta per autovetture e pedoni;
-Accesso alla spiaggia di Punta Tonnara attraverso installazione di una pedana in legno per la protezione delle dune circostanti con degli steccati;
-Ripristino del punto di ristoro e delle cabine/spogliatoiabbandonati e in mano ai vandali di Sa Marigosa;
-Pulizia e il ripristino dei sentieri dietro la salina di Sa Marigosa, con installazione di opportuna segnaletica e pannelli illustrativi (su flora e avifauna);
-Revoca dell'Aggiornamento dell' aggiornamento del Piano SICe/o eliminazione scheda IA09 pag.182, che richiede finanziamento UE per illegale cattura di gatti di proprietà Associazione Amici di Su Pallosu;
-Realizzazione progetto FAI Luogo del Cuore per Su Pallosu (sottoscritto da 6.626 cittadini) Casa del Territorio con tre capanne in falasco a fini culturali-museali, nell'area del camping abbandonato e in mano ai vandali di Sa Mesa Longa ;
 Elezioni Comunali: l’Associazione Su Pallosu propone ai candidati sindaco la realizzazione di tre Capanne in Falasco a scopo turistico-culturale nell’area comunale abbandonata dell’ex camping.Nella foto davanti alla capanna in falasco il mitico pescatore e amante dei gatti Giovanni Artisunc, noto "la Murena"

-Sostegno Proposta Per Su Pallosu Patrimonio Umanità Unesco, presso il Ministero dei Beni Culturali (già firmata da migliaia di cittadini) per la sua riconosciuta valenza storica e naturale (area archeologica nuragica, oasi felina marina e unica presenza italiana della specie Eliantemo/Testa di Micio;
-Riconoscimento 11 colonie feline (300/500 gatti) esistenti nella Marina di San Vero Milis (da Sa Marigosa a S'Anea Scoada) per la sterilizzazione dei felini-come previsto dalle norme vigenti- a cura della Asl;
-Messa in sicurezza della strada di Su Pallosu, da ingresso borgata, sino a Punta Tonnara: realizzazione di tre attraversamenti pedonali rialzati, limite del 20 Km/orari, segnalazione di fine strada, indicazione di cartelli stradali per Oasi Felina Su Pallosu;
-Bonifica litorale, spiaggia e sotto costa, dai detriti (blocchi, fosse settiche e altro) derivanti dell'abbattimento delle capanne degli anni 80/90, da Su Pallosu a Sa Marigosa.


L'Associazione Augura a tutti i candidati Sindaco una corretta campagna elettorale e auspica la realizzazione dei seguenti punti programmatici indipendentemente da chi ne risulterà vincitore.


ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI DI SU PALLOSU


SU PALLOSU: NUOVO PERCORSO ALL'OASI FELINAper la visita guidata gratuita necessaria la prenotazione

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Il nuovo percorso completo della visita guidata gratuita all'Oasi Felina di Su Pallosu, è  necessaria la prenotazione scrivendo per email su amicisupallosu@libero.it o chiamando lo 0783 58041 dalle 9 alle 10
Grandi novità quest’anno per le Visite gestite dal’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu, che vedono giungere appositamente a Su Pallosu migliaia di appassionati di gatti e non solo, da ogni parte d’Italia.
Oltre alla Mostra Permanente sulla Storia-Arte-Natura e Pesca  è stato allestito un nuovo percorso didattico-culturale presso la Casa Museo Gianni Atzori di Su Pallosu, arricchito con 7 nuovi maxi pannelli (da 1.40 per 1.00). 2 gigantografie con straordinarie foto dei felini in Spiaggia, realizzate dalla fotografa Susanna Di Stefano, 3 pannelli con testi e foto sono dedicati a “Flora”, “Fauna” e “Archeologia”, tutti specifici sulle specie e i ritrovamenti del sito di Su Pallosu.
Il primo pannello del percorso dell'Oasi Felina è dedicato a Gianni Atzori
Nei pannelli della Flora spazio importante per le foto degli endemismi di Su Pallosu: il Testa di Micio e l’Orchidea di Eleonora.Tra la Fauna esposta anche la foto della volpe venuta in visita all’Oasi nei mesi scorsi.
Grande interesse tra i visitatori per lo spazio dedicato al sito Archeologico nuragico di Su Pallosu nel percorso della Casa Museo.Mai aperto il museo archeologico comunale di San Vero Milis, a Su Pallosu presso l’Oasi è invece visitabile una ricca sezione dedicata a scavi e scoperte di epoca nuragica avvenute proprio sulla spiaggia dei gatti.Video, foto e testi son stati realizzati dagli stessi Archeologi che hanno condotto in quattro momenti le ricerche sul sito, sotto la guida della Soprintendenza.
Il nuovo pannello dedicato alla Spiaggia Nuragica dei gatti
All’ ingresso del percorso didattico la Biografia di Gianni Atzori, cui è dedicata la casa museo,  visitatori è presente anche un pannello dedicato alla Storia della Mineralogia in Sardegna.Gianni Atzori, oristanese, insegnante elementare, artigiano, uomo di cultura e figura politica, scomparso nel 2002, era un grande amante di Su Pallosu. Negli anni 60 Gianni Atzori acquistò dal comune il terreno di Su Pallosu in prossimità del mare e realizzò qui  il suo laboratorio artistico dove lavorò per 50 anni corallo, ossidiana, corno, osso, trachite e altre pietre dure.Nel 1969 “Su Maistu” , così era soprannominato a Cabras, dove insegnò per decenni nella scuola elementare, fu vittima di una embolia spinale al terminare una immersione che gli impedì’ di camminare per anni. Tra le attivita’ per recuperare la deambulazione integro’ lunghe camminate in cerca di minerali e/o fossili, campo in cui maturo’ una conoscenza approfondita.
Si ricorda che l’Associazione Culturale Amici Di Su Pallosu non ha mai ricevuto alcun contributo pubblico e che tutta la sua attività è completamente autofinanziata e volontaristica.
Ingresso Visitatori all'Oasi Felina di Su Pallosu

Live dall'Oasi Felina di Su Pallosu WEB CAM IN DIRETTA DA SU PALLOSUla bellezza della spiaggia nuragica dei gatti visibile in tutto il mondo, tutti i giorni

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E' attiva una web cam da Su Pallosu, immagini in diretta esclusiva. Il servizio è accessibile con il " live" dalle 9 alle 21, tutti i giorni dal sito  Gatti Su Pallosu
L'inquadratura è indirizzata verso l'orizzonte nord a scopo esclusivo turistico-metereologico: copre una parte di spiaggia (sito archeologico nuragico), le dune di Punta Tonnara, Isolotto della Tonnara e ovviamente mare e cielo.Non di rado è visibile il passaggio dei 40 gatti liberi dell'Oasi conosciuta in tutto il mondo.Ricordiamo che le visite guidate gratuite all'Oasi  si effettuano su prenotazione.
E' possibile accedere alla web cam direttamente dalla Home page del sito ufficiale dei I Gatti di Su Pallosu Si tratta di un servizio che ha lo scopo dichiarato di promuovere la positiva immagine turistica della Sardegna in tutto il mondo.
Ogni anno l'Oasi Felina di Su Pallosu è infatti visitata da migliaia di persone che qui giungono appositamente per conoscere le bellezze naturali, storiche del territorio.
L'Oasi Felina di Su Pallosu, in una splendida foto aerea realizzata con un drone da Roberto e Kevin Panetto.Apprezzabile l'assoluta trasparenza dei fondali marini prospicienti la spiaggia nuragica dei gatti.



Su Pallosu Turistica TOUR CINEMA: VISITE GUIDATE NEI LUOGHI SET DELLE PELLICOLE GIRATE CON LE ATTRICI GERINI, GUZZANTI E MACHIAVELLIdal primo marzo, gratuite e su richiesta

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Su Pallosu non è solo sede di un’Oasi Felina privata in una località balneare, conosciuta ormai nel mondo, tra le principali attrazioni turistiche dell intera Sardegna (secondo il Portale internazionale di viaggi Tripadvisor), ma è anche un incantevole luogo utilizzato come set di per la realizzazione di film.
NUOVO SERVIZIO TURISTICO
Oltre alla Visita Guidata gratuita ai Gatti Marini di Su Pallosu-che si svolge sempre solo su prenotazione- è possibile dal prossimo primo marzo richiedere di effettuare anche un “Tour Cinema”, andando a visitare, con la guida dell’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu, nel borgo marino direttamente gli splendidi luoghi dove sono state girate alcune pellicole: Giarrettiera Colt (1967)Le ragione dell’Aragosta (2007) e La leggenda di Kaspar Hauser (2012).I film hanno visto la partecipazione e la presenza a Su Pallosu di attrici del calibro di Claudia Gerini, Sabina Guzzanti e Nicoletta Machiavelli.Il servizio si svolge solo su prenotazione richiesta da più di 5 persone e concordata preventivamente con gli organizzatori.
La visita parte dall’Oasi Felina di Su Pallosu, nella Marina di San Vero Milis e dura circa 20 minuti.
L’iniziativa è offerta gratuitamente dall’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu nell’ambito della sua attività di promozione turistica e culturale della Marina di San Vero Milis. 
Per Informazioni e Prenotazioni contattare: cell. (solo dalle 9 alle 10) 340 884 2834

Affondato il Campo Boe di Punta Tonnara: Progetto Rigettato e NON autorizzato

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Le acque di Su Pallosu rimangono pubbliche
Su Pallosu è salva e le sue acque trasparenti di Punta Tonnara, dalle zona delle dune alte sino alle “sabbie” continueranno ad essere pubbliche fruibili da tutti: bagnanti. Locali, pescatori e turisti.Non ci sarà alcuna privatizzazione del mare per 7.200 mq per realizzare un campo ormeggio per 32 imbarcazioni, richiesto da un'associazione ricreativa dilettantistica in un'ecosistema delicatissimo.

Il provvedimento è oggi ufficiale e definitivo.
Qualche minuto fa (oggi 27 febbraio 2018) è stata pubblicata in merito, sull'Albo Pretorio del Comune di San Vero Mlilis, la Determinazione del SUAPE -Sportello unico per le attività produttive e per l'edilizia.(che alleghiamo)
La determinazione sancisce la conclusione negativa della conferenza di servizi decisoriaex art. 14, c.2, legge n.241/1990, in modalità asincrona e produce l’effetto del rigetto della domanda presentata dal Circolo Nautico con sede a Riola.

Plurime ragioni ambientali, urbanistiche, storiche, di sicurezza, sono al fondamento di questa giusta e sacrosanta decisione di bocciare il sito già individuato, assegnato e prescelto.

Singolare che fino all'ultimo l'Ufficio Tecnico del Comune abbia continuato a dare il suo inutile parere positivo e che Sindaco amministrazione comunale e consiglio comunale non abbiano mai formalmente espresso un proprio parere sul progetto.
E' stata la prima volta in Italia di partecipazione ad un procedimento amministrativo di una pagina Facebook (con mille iscritti) e di ciò siamo contenti.Con oltre 40 pagine di testo e 33 foto abbiamo dimostrato l'insostenibilità del sito prescelto.
Vittoria dei cittadini. vittoria di popolo.
Avevamo ragione: la localizzazione era completamente sballata e non verrà più realizzato nello specchio di mare originariamente richiesto.
Grazie a tutti i cittadini, Associazioni, Movimenti che hanno lottato con noi.
Un ringraziamento doveroso va alla Soprintendenza Archeologica, ai suo tecnici, archeologi che si sono adoperati per arrivare a questo risultato non affatto scontato.

La Soprintendenza-lo ricordiamo- era stata indebitamente scavalcata nell'iter amministrativo originario avviato da Regione e Comune di San Vero, incredibilmente coinvolta e informata solo dalla nostra azione.

Non avevamo e non abbiamo nulla contro i campi ormeggi, ma la scelta del sito non è mai indifferente.E' necessario sempre curarne la scelta con attenzione, sia rispetto al territorio, che ai cittadini.


Su Pallosu  2 marzo 2018
Pagina Facebok



Esclusivo/La storia di Su Pallosu, GEPPETTO, IL CORALLARO, una figura leggendaria

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Non è la prima volta che su questo blog parliamo di Geppetto, nato ad Oristano il 26 novembre del 1931 e scomparso il 13 marzo 2006.
 Abbiamo infatti già citato e raccontato la figura epica di Angelino Iriu (questo il suo nome all'anagrafe), il corallaro di Su Pallosu per eccellenza.(vedi il precedente post al link http://supallosu.blogspot.com/2010/07/i-primi-pescatori-di-su-pallosu.html
In questo post alcune immagini esclusive che parlano da sole.Corallo e pesce come da tempo non se ne vedono più, in quantità enorme.Nelle foto in alto, dietro ad una vera e propria montagna di corallo, con la maglia blu, anche quello che è stato il suo grande amico e compagno di mille avventure: Franco Lisini (a lui abbiamo già dedicato un altro post in questo blog).



A sinistra un giovanissimo Geppetto regge orgoglioso una maxi cernia appena presa. Sotto in basso uno scatto più recente, realizzato nella sua casa di via Tziu Triagus a Su Pallosu.Un personaggio, un mito. Oristanese di nascita e di formazione, uomo di mare e di Su Pallosu per eccellenza.
Prima di realizzare la casa dove ha vissuto per decenni anche Geppetto come tanti pescatori a Su Pallosu, aveva la sua baracca in falasco.
Circostanza ricordata in quella che è stata una delle sue ultime interviste che qui sotto ripubblichiamo integralmente.
Geppetto e il mitico 'Su Pallosu'
San Vero Milis
Il mare, la voce del suo cuore. Da sempre, più di ogni altra cosa. Su Pallosu, unghia di terra e sabbia nella penisola del Sinis, è il porto sicuro di Geppetto che di cognome fa Iriu e di nome Angelo. Che c'entri il padre di Pinocchio non lo sa bene neppure lui; la zazzera come ritagli da falegnameria, forse. Oppure da anarchico senza tessera come in realtà dice di essere. «Insomma, chiamami pure Geppetto». 
Tanto a cercarlo per le vie di Oristano e oltre col certificato di nascita alla mano sarebbe farsi ridere dietro e impalare il vecchio impiegato comunale: esiste Geppetto, punto e basta. Occhi chiari come il mare che sbatte sul pesco e il limone che ha piantato nel giardino di casa, a Su Pallosu. Nelle albe chiare lo sguardo cattura Alghero, Santa Caterina, S'Archittu. Il deserto del Sinis: posto di anime in pena, dice Geppetto. Non oggi che il turismo ha massificato terra e mare, ma ieri quando il Sinis 'era il Sinis'. Una grande arca solidamente piantata. Corbezzolo e mirto, lavanda e palma nana.«Tutti trovavano di tutto. Lumache, lepri, coniglie, pernici acchiappate col grano e l'acquavite. Qualche capra sbandata e una tomba antica da ripulire». Tanta terra e pochissimo mare: quasi niente. Solamente qualche cabrarese in libera uscita con bombetta al seguito: quattro pesci 'morti a bomba', due lire e niente più. «Non siamo mai stati marinai». Gli altri forse no, lui Geppetto sì: fra i primi ad arpionare cernie da 25 chili e aragoste a nastro. «Giusto il tempo di far bollire l'acqua in un gran pentolone e si era di ritorno col carico delle aragoste. Venti minuti, anche meno». Ne prendeva tanti e poi tanti di pesci Geppetto da farne baratto. Il vecchio signor Sardu di Nurachi lo riforniva di vino, un macellaio gli passava la carne. Un altro le patate e via così. Anni '50, poco più.Allora Geppetto stava in un capanno di frasche: bellissimo, nessuno può immaginare cosa sia la notte nel capanno. «Dagli odori capivo il cambiare del tempo, la pioggia, il vento. I rumori erano il barometro. Altro che casa, lo sai che nel capanno digerivo anche le pietre e mica perché ero più giovane ma perché l'aria corrente è un'altra cosa». Il capanno come un cenacolo, aperto all'universo mondo: giornalisti, 'professori', pastori e pensionati. Zuppe colossali e aragoste spaccate in due e messe alla graticola. A Su Pallosu c'era Ziu Mauru, un sorgonese arrivato lì chissà come e chissà perché, decide di lasciare lì i suoi giorni. Lui che prima di allora non era mai stato su una barca. Col mezzo toscano fisso 'a fuoco dentro' che tre volte su quattro finiva nel pentolone della zuppa di pesce: comunque ottima, sempre.Di Murena si sapeva poco o niente. Venne ingaggiato nella 'Maria' da Geppetto, sicuramente gran pescatore e ottimo cuoco di zimino. Piccante più del giusto. Poi c'erano i ponzesi, gran professionisti del mare: come loro nessuno, dice Geppetto. Omaggio dovuto ai maestri. «Dai, il mare ti piace, ci sai fare. Molla i pesci e vai a corallo». Geppetto non se lo fa ripetere due volte. «Prima leggo, mi documento. Trascorro ore con i medici e poi vado». Il primo corallaro in assoluto. 
Quando l'oro rosso si conosceva solamente in cartolina o al collo di una bella donna, Geppetto decide, trentacinque anni fa, di andare a strapparlo in fondo al mare. Nel profondo che più profondo non si può: da 85 fino a 115 metri. «Anche due immersioni al giorno». Quasi una pazzia, per i medici pura follia. Impossibile, meno che per Geppetto. 24 minuti a fondo, al lavoro con la piccozza, pausa, risalita. Tre ore di riposo e poi nuovamente giù.Geppetto fa storia: un nome, quasi un mito. Il record: 19 chili e mezzo in una giornata. L'ordinario sono 12, 14 chili. In una stagione, da maggio a ottobre la media è di 3 chili. Dai 6 metri della 'Maria', passa alla 'Osanna' camera di decompressione a bordo. Utilizzata? «Certo, utilissima. Niente di particolarmente grave ma si sa, chi va per mare si bagna il culo». Geppetto se l'è bagnato senza per questo dover mai dire di essersela cavata per miracolo. «L'ho sempre fatto per vivere il corallaro mica per morire». Sulla 'Osella', gli fanno compagnia Franco Lisini e Gianni Ledda, altri due grandi di Su Pallosu che oggi non ci sono più. Ne pescavano tanto e poi tanto di corallo che un bel giorno Geppetto in preda a overdose da oro rosso scrisse a tutta pagina nel diario di bordo.: 'Uffa! ' Non se ne poteva più ed a Geppetto tutto quello che è facile diventa noioso.
 Vive sul mare che gli bagna le ginocchie ma 'non ha mai fatto un bagno in spiaggia', potrebbe pigliar pesci a volontà ma siccome lo fanno tutti preferisce starsene tranquillamnente a casa sua, a Su Pallosu. Adesso il corallo lo lavora secondo suoi originalissimi disegni. «Ho iniziato 23 anni fa quasi per gioco, facendo in miniatura il volto di mia figlia Osanna. Ho continuato ed ancora amo fare cose particolari». Belle: anelli, collane, orecchini. «Il corallo sardo è meraviglioso e quello fra Bosa e Su Pallosu lo è ancora di più». Bello ma raro, adesso. «Balle, il corallo c'è sempre, basta saperlo cercare. Non è vero che gli ingegni e la croce di Sant'Andrea hanno distrutto tutto. Certo, hanno fatto danni ma il corallo c'è sempre. Di meno ma essendo prezioso si guadagna anche di più. Oggi un chilo di corallo viene venduto per un milione, quando scendevo io per 30 mila lire, se non se ne facevano minimo quattro quintali non si campava. Questa è una zona magnifica, ripeto magnifica e sa perché?». 
Geppetto spiega. «Qui di fronte c'è la catena del Montiferru, il corallo nient'altro è che ossido di ferro. Ecco spiegato il mistero ed ecco spiegato perché il corallo di questi mari rende molto di più di quello di qualunque altra parte del mondo».Geppetto, il primo corallaro della storia oristanese, ha mollato le bombole nell'89, a 56 anni (così sapete pure quanti anni ha), improvvisamente e senza una vera ragione. «Un giorno ero in barca e fra me e me mi sono chiesto: il fisico reggerà ancora? Siccome le controprove al mare non esistono ho ripiehgato le vele e ho smesso». Senza ritorno? «Definitivamente, il mare va rispettato e il corallo non ama le scene». Geppetto non ha mai sopportato gli sbruffoni, i pescatori anche quelli che non dicevano balle. Perché il mare va rispettato. Un capanno sul mare, il profumo della zuppa di mille pesci, le aragoste, la vernaccia: il mare del Sinis. Su Pallosu e Geppetto. «Niente di eccezionale, in vita mia ho fatto sempre e soltanto quello che ho avuto piacere fare». Geppetto poteva fare il meccanico e non lo ha fatto se non per hobby, poteva fare il falegname e niente. Ha scelto il mare quando quasi tutti evitavano di bagnarsi anche lo stinco. E' sceso a 120 metri, ha recuperato quintali di corallo. «Lavoro, professione», dice tranquillo mentre lucida una goccia di corallo rosso. «Che bello il Sinis di allora con la sua macchia mediterranea, i suoi colori e i suoi odori. Ecco di questo ho grandissima nostalgia. L'hanno disboscato per seminare grano e orzo, peccato». Su Pallosu è diverso. Le case in cemento hanno sostituito i capanni, i motori 200 cavalli i remi. Solo il mare non è cambiato, la risacca suona sempre la stessa musica. Geppetto l'anarchico ha tirato a secco la barca. Non ha rimpianti né sogni da inseguire. Dice che il corallo c'è sempre, mancano i marinai. Forse.
(articolo dal quotidiano L'Unione Sarda del 7 luglio 1997-articolo di Patrizia Mocci)

23.000 € per risanare dopo 40 anni la spiaggia di Su Pallosu: appalto aggiudicato a Danilo Giuseppe Mascia di Cabras

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Per un importo  di€ 23.193,58 il cabrarese Danilo Giuseppe Mascia, domiciliato presso via dei Commercianti  ha vinto l'appalto del Comune di San Vero per la bonifica del litorale di Su Pallosu. Oggetto della bonifica, è la rimozione delle vecchie fosse settiche, circa una ventina,  rimasti in loco dopo l'abbattimento del villaggio di capanne avvenuto tra gli anni 80 e 90.
I pesanti cerchi in cemento sono infatti ancora presenti lungo tutta la spiaggia da Su Pallosu, in direzione sud, sino a Sa Marigosa.
Un brutto biglietto da visita per un sito che voglia dirsi turistico, ma anche per la stessa sicurezza di bagnati e pescatori locali.
L'aggiudicazione dell' appalto del Comune di San Vero è del 14 febbraio scorso e l'intervento era stato richiesto formalmente sin dal 2015 dai residenti e dell'Associazione Culturale Amici di Su Pallosu.
La richiesta era stata fatta anche tramite un'interrogazione dei cittadini al Sindaco, cui era stata data risposta in Consiglio Comunale dallo stesso Sindaco.
 Nel 2017, il 21 dicembre,  la Giunta aveva fatto apposita delibera di approvazione del progetto definitivo esecutivo.
Si spera che dopo ormai 40 anni di attesa la bonifica possa ora partire.

Miti di Su Pallosu: Franco Lisini, il re dell'apnea, un atleta oristanese in mare, foto inedite

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E' uno dei miti intramontabili di Su Pallosu.
Questo post e queste foto sono interamente dedicate a lui.
Parliamo di una grande persona e di un grande personaggio, fortemente legato a Su Pallosu:  Franco Lisini di Oristano.
Franco Lisini nacque nel 1940, da Vincenzo (Enzo) Lisini e Teodolinda (Linda) Pini; 2 fratelli; sposò Patrizia Tiziana Sanna
Ebbero 3 figli: Alessandra Tiziana Lisini e i gemelli Raniero  e Riccardo.
Morì giovane nel 1996, all'età di 55 anni.

Qui sotto lo vediamo con in mano un gigantesco ramo di corallo  
Grande apneista, pescatore incredibile, sia di pesce che di corallo. Franco Lisiniè stato davvero un grande.
Di lui si raccontano interminabili immersioni sott'acqua, di svariati minuti, senza bombole, grazie al suo fiato inesauribile, inseguendo pesci enormi o perlustrando tane palmo a palmo, nei magici fondali del Sinis.

Una grande personalità, uomo di compagnia e anche ottimo barzellettiere.Aveva una straordinaria dote nello scendere in mare e fiato enorme che gli permetteva di stare in apnea tempi lunghissimi, anche ad altissime profondità.
 Oristano 1985, gli allievi della Scuola Media Leonardo Alagon impegnati nei Giochi della Gioventù.
Già giocatore di calcio con la Tharros, nel ruolo di portiere (in basso a destra nella foto sotto in bianco e nero), Franco è stato anche professore di ginnastica, riuscendo più volte a far ad ottenere per i suoi studenti prestigiosi risultati ai Giochi della Gioventù.
Tra i suoi amici del mare e della vita: Geppetto (al secolo Angelino Iriu, di cui abbiamo già parlato in questo blog), Italo Porcedda, Giorgio Puddu, Tore Erdas .


(Nella foto s'intravede anche la mitica tenda di Franco Lisini ).

Grazie a Riccardo Lisini, figlio di Franco, che cortesemente ci ha fornito e concesso queste splendide foto qui pubblicate; lo salutiamo con questa sua foto-sempre fatta a Su Pallosu- dove come potete constatare, ha seguito le orme del padre....

Is baraccas de Su Pallosu, quando il borgo marino era un luogo magico ...foto inedite

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di Gilberto Linzas

La presenza delle capanne di falasco a Su Pallosu, come in molte altre spiagge e località del Sinis (vedi ad esempio Su Siccu, San Giovanni di Sinis, Mari Mottu, Is Aruttas, Su Portu e Suedda, Putzu Idu), ha origine certamente antichissima ma la loro costruzione ha avuto un notevole sviluppo nel secolo scorso a partire dagli anni 50.
Alle prime “baraccas” di pescatori, utilizzate anche come ricovero di attrezzi, si aggiungono nel corso degli anni numerose capanne, casotti in legno e piccole abitazioni in muratura fatte realizzare principalmente da Riolesi, Baratilesi ed Oristanesi (ma anche proprietari provenienti da altri paesi della provincia) allo scopo di trascorrere al mare un lungo periodo di permanenza durante le ferie estive.


Le massima concentrazione di capanne si raggiunge negli anni 70; queste, costruite quasi tutte in area demaniale, erano non meno di due-trecento disposte su più file, non sempre perfettamente allineate e si estendevano dalla vecchia Tonnara (la prima “baracca” apparteneva a Tziu Davìdi Atzori di Riola) fino a tutta la spiaggia di “Sa Marigosa”, zona denominata anche “is pallas manias” per la presenza di enormi banchi di posidonia spiaggiata dalle mareggiate.
Le “barraccas” tradizionali erano dei manufatti costruiti da abilissimi artigiani (oramai rimangono pochissimi anziani superstiti), la cui struttura portante veniva realizzata con pali di legno e rinforzata con altri pali di sostegno, sui quali si fissavano i reticoli di canne che servivano da supporto per il successivo rivestimento con il falasco (erba palustre conosciuta anche come “cruccuri” o, in riolese, “sa saùra”).

Foto di Marinella Pusceddu (utente Flickr Fiammetta53)Lo spazio interno delle capanne, con un pavimento fatto generalmente di cemento, era suddiviso in una zona-giorno, subito all’ingresso, destinata alla cucina e alla vita in comune e una zona-notte, nel retro, con una o due camerette di pochi metri quadri, separate da pareti di legno oppure di canne e con delle tendine all’ingresso. Esternamente, la maggior parte delle capanne, disponeva di una tettoia sul davanti ed un cortiletto sul retro con recinzione in canne, dove era posizionato un piccolo bagno con pareti in legno. Non essendo fornite di energia elettrica, per l’illuminazione notturna si utilizzavano inizialmente le lampade a carburo - “sa zentillena” - e, successivamente, le più moderne lampade a gas.
All’interno delle capanne, pur con qualche problema di spazio per le famiglie più numerose (35-40 mq), ci si viveva abbastanza bene: queste erano molto fresche nelle giornate più calde e mantenevano una temperatura costante.


La vita del villaggio di capanne di Su Pallosu, nelle lunghe estati degli anni ‘60 e ’70, era festosa e gioiosa. Molte famiglie, già alla chiusura delle scuole, si trasferivano al mare per trascorrervi anche due-tre mesi di vacanza; si creava una nuova vita comunitaria, con la nascita di nuove amicizie e rapporti di vicinato. Nelle lunghe giornate assolate (ma anche la sera, dopo cena) i momenti di incontro e di svago erano numerosi; seduti sotto le tettoie “a su friscu” ci si intratteneva in lunghe conversazioni oppure si giocava a carte; il vino, la vernaccia ed i dolci non mancavano mai.


Si organizzavano serate musicali e di ballo con suonatori locali, tra le capanne oppure nell’ampio spazio della salina che in estate era prosciugata (ma ricordo anche una serata a ferragosto nel cortile dell’hotel Su Pallosu).
Il pane ed alcuni viveri di prima necessità si acquistavano tutti i giorni nel negozietto di Signora Irene, mentre per l’approvvigionamento d’acqua ci si recava in paese due tre volte alla settimana.
Nel villaggio tra le capanne e nelle spiagge, vi erano sempre torme di ragazzini con la pelle scurissima, bruciata dal sole, che giocavano a “nascondino” o facevano il bagno.
 Si stava in acqua per delle ore, facendo un intervallo soltanto per asciugarsi e mangiare un panino oppure per andare a prendere un gelato da Tziu Maureddu al bar dell’Hotel (ziu Maureddu, già in età avanzata, nei primi anni ‘70 stava sempre seduto fuori nella veranda dell’hotel, fumando il suo mezzo toscano). Spesso si andava a pescare nelle zone rocciose (is arroccas) nei pressi delle cosiddette “piscine”; qui, nelle pozze d’acqua tra le rocce, si pescavano pesciolini - ghiozzi (mazzonis), bavose e roccaletti - utilizzando una piccola lenza legata all’estremità di un pezzo di fil di ferro grosso, lungo circa 50-60 centimetri.
Al termine della pesca non mancava mai un bagno nelle piscinette piccole (di Punta Tonnara) e, per i più grandicelli, nella piscina grande - profonda circa due metri - con numerosi tuffi da una roccia che fungeva da trampolino.
 
Tra gli altri divertimenti dei ragazzini, vi erano le discese a pancia in giù nei ripidi pendii sabbiosi di fronte alle ville Espis e Puddu, i giochi tra le cosiddette “pallas manias”, le interminabili partitelle di calcio in spiaggia oppure nella salina, le gare di corsa o di salto. Insomma, per i ragazzi, Su Pallosu era un paradiso, un luogo magico dove non esisteva il tempo e tutto era divertimento.Le prime demolizioni delle abitazioni abusive di Su Pallosu (soprattutto di quelle in muratura e dei casotti) vennero effettuate nel 73-74. Contestualmente, un certo numero di capanne in falasco vennero messe sotto sequestro ed i proprietari denunciati per gli abusi realizzati; il dissequestro, avvenne a seguito di ricorso nell’agosto del 74, con affidamento dei manufatti in custodia giudiziaria agli stessi proprietari.
Il leggendario Giovannino La Murena, a lui dedicheremo interamente uno dei nostri  prossimi articoli con altre foto inedite
Negli anni seguenti vi fu una ripresa in grande stile delle costruzioni che raggiunsero la massima concentrazione a fine anni ’70.
Nel 1980, dopo alcuni anni di lungaggini burocratiche, di ricorsi e incertezze amministrative, pur riconoscendo la valenza culturale dei manufatti e il perfetto inserimento nel paesaggio, venne emanata l’ordinanza di demolizione dal Comune di San Vero Milis, eseguita con grandi difficoltà per l’opposizione dei proprietari tra il 22 e il 24 settembre.
Soltanto alcune capanne di falasco caratteristiche vennero risparmiate, con l’intento (rimasto poi tale) dell’amministrazione Comunale di utilizzarle per ospitare servizi pubblici (uffici turistici, servizi igienici, ecc.); buona parte di queste capanne tuttavia negli stessi giorni furono rase al suolo dal fuoco; quasi certamente gli incendi furono di natura dolosa.

Si chiudeva così, nel modo più drastico, un epoca, quella del villaggio di Su Pallosu e delle caratteristiche “barraccas”. La bonifica integrale dei luoghi, peraltro, a vent’anni di distanza non è ancora stata realizzata, tanto che in alcuni tratti di spiagge e nell’acqua (a seguito dell’avanzata del mare per l’erosione) sono tuttora presenti materiali residui delle demolizioni (blocchetti, tubi di cemento, ecc.).
Le pochissime capanne rimaste a Su Pallosu, sono durate fino a metà degli anni ’90, finchè non è stata emanata una nuova ordinanza di demolizione e sono state abbattute.

Pesca e pescatori da record di Su Pallosu in incredibili foto d'epoca...

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Tonni, ricciole, cernie, saraghi, aragoste, astici certo ancora oggi è possibili pescarli, ma non certo in numero, dimensioni e quantità... d'altri tempi.Ma solo le immagini possono darci un'idea di cosa ci fosse allora nei fondali del Sinis e di Su Pallosu in particolare.In queste straordinarie foto d'epoca possiamo vedere alcune prede e bottini veramente strabilianti catturati dai pescatori di Su Pallosu.Nello scatto gli esperti pescatori Barore Carta e Gianni Cuccu.
Dietro al foto banchetto di Saraghi un altro dei mitici personaggi leggendari di Su Pallosu, il sorgonese Tziu Mauru Casula.Di lui ci siamo già occupati in questo blog e doverosamente ritorneremo a parlare specificatamente di lui.

E' stata la pesca più antica di Su Pallosu, risale addirittura alla fine del 1.600 e venne avviata sotto la dominazione spagnola.Parliamo ovviamente della storica e gloriosa Tonnara di Su Pallosu a cui si riferisce proprio questa foto.
Ancora un mitico bottino di prede, stavolta possiamo scorgere a sinistra nello scatto il compianto Michele Carta, proprietario dell'Hotel Su Pallosu.
Qui a reggere una cernia "firmata"  e "datata" Su Pallosu l'oristanese Vincenzo Meli.
Qui siamo in zona Sa Marigosa, tra Su Pallosu e Sa Rocca Tonda, l'area storica degli ormeggi delle barche e siamo in un momento di scarico delle prede....
Ma ci sono anche i momenti che a terra precedono l'uscita in mare...
E ancora momenti dello scarico a riva....

L'incredibile storia di Su Pallosu, un montanaro rifugiato al mare: la mitica figura di Tziu Mauru di Sorgono

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Tra i personaggi storici di Su Pallosu ricopre indubbiamente un posto d'onore. Dalla montagna al mare.La storia di Tziu Mauru (o Maureddu ), al secolo Mauro Casula, è una storia singolare, quasi leggendaria, che ha caratterizzato la vita del borgo per diversi decenni.
Il suo locale, una sorta di bar-trattoria, era l'unico nella zona, l'embrione di quello che oggi è il conosciuto Hotel Su Pallosu (al lato opposto dell'attuale strada rispetto all'albergo).
Su Pallosu e qui aveva portato la sua tipicità e umanità caratteriale di uomo delle zone interne della montagna sarda.
Nato a Sorgono (il centro esatto dell'isola) nel 1908 era approdato singolarmente proprio a Su Pallosu probabilmente per lasciarsi alle spalle un turbolento passato sentimentale.

Negli anni '50- 60 tutta la zona era una sorta di paradiso per la pesca e quest'attività veniva esercitata con sistemi, diciamo così, poco moderni.Il pesce infatti veniva raccolto direttamente con le mani dopo il lancio di bombe direttamente in mare.Le gassose e le spume erano tra le bibite pià richieste del suo locale.

Tra i ricordi di chi l'ha conosciuto vi è quello singolare di un corvo addomesticato che girava tra i modesti tavoli del suo bar o del caratteristico intonaco realizzato con i gusci di ostriche rose. E' scomparso nel 1976.


Un secolo fa a Su Pallosu: cinque straordinarie foto in bianco e nero sulla spiaggia

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Stavolta facciamo davvero un passo indietro nel tempo.
Rimaniamo ovviamente a Su Pallosu, ma le lancette dell'orologio stavolta si son fermate agli inizi del secolo passato.In questo post cinque foto davvero d'epoca tutte in bianco e nero, barche d'un tempo e stessa cosa per vestiti, abiti e/o costumi ecc
 Possiamo davvero confrontare mondi, usi, lontani anni luce in queste foto rispetto ad oggi
 Foto di gruppo con cavallo, tutti vestiti e qualcuno se la beve...
 Tre belle signorine in posa....notiamo dietro le capanne, le barche e l'isolotto della Tonnara di Su Pallosu
...e tre diciamo così non più giovanissime sempre a Su Pallosu in spiaggia.

Su Pallosu emoziona ancora e si spolverano gli album fotografici di famiglia, ecco le foto di Rosa Aru...

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I nosti post dedicati alla Su Pallosu d'altri tempi hanno suscitato una caterva di emozioni e anche la voglia di collaborare con questo blog per far rivivere a tutti un'epoca.
La prima a rispolverare le sue vecchie foto-che ringraziamo di cuore è stata Rosa Aru, figlia di Anna ed Eraldo, proprietaria di una delle capanne storiche, che ci ha voluto inviare una serie di bellissime foto-ricordo di famiglia che continuano ad offrirci uno spaccato della vecchia Su Pallosu. Protagoniste le capanne, le donne, gli uomini, il mare, la pesca, i pesci, le aragoste, ma anche i pranzi gli spuntini...Insomma un intero mondo che ritorna a vivere in questi scatti intrisi di vita vissuta.

Tavolata imbandita all'ingresso della capanna...
Barca, pescatori, spiaggia, capanne......

La fila delle capanne di Su Pallosu visibile dal lato dell'attuale strada asfaltata.

Una ricca pescata....

Una visione aerea datata e inquietante: è infatti visibile un litorale  che ora non c'è più a causa dell'erosione di questi decenni.Decine di metri di spiaggia divorati dal mare....

Eraldo, Domenico e altri amici di una Su Pallosu di qualche decennio fa....

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Domenico Seda ed Eraldo Aru sono stati due grandi amici di Su Pallosu e del suo mare.
Li vogliamo ricordare con questo post e in queste foto.
In questa ricca galleria fotografica ci sono anche tanti momenti di vita vissuta...
Grazie a coloro che numerosi ci stanno inviando una marea di vecchi splendidi scatti......
Continuano a pioverci le foto della Su Pallosu del passato.......


Domenico Seda e Salvatore Solinas in barca...

Montagne di Corallo, pesci e...motori: l'incredibile Su Pallosu di Geppetto, Gianni e Franco...

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Montagne e montagne di Corallo, pescato con le bombole sui fondali del Sinis, son state trasportate dalle barche di Su Pallosu.
Ancora una galleria di foto storiche di Su Pallosu.
Tre personaggi, i principali protagonisti di questo post: Geppetto, Gianni Atzori e Franco Lisini.
Con loro e insieme a loro: il mare, il pescato il corallo e le moto....
Pochi lo sanno, ma giustamente lo ricorda a noi la figlia Paola Iriu, che ringraziamo per le foto che ci ha fornito: Geppetto è stato anche concessionario della Ducati (noto marchio motociclistico);  la simpatica foto, quasi uno spot, è degli anni 50.
Gianni Atzori, la cernia e Geppetto...
Spuntino nel Sinis ed eccoli Geppetto e Gianni insieme ad altri amici.
A Su Pallosu ci si diverta, si scherza e lo scenario incredibile è dato da un'altra montagna di corallo....
Si ritorna verso la terra ferma e in barca si controlla il pescato, Franco Lisini.
Sulla barca c'è Gianni Atzori.
Geppetto e la cernia....

L'ultimo pescatore di Su Pallosu: Barore Carta, foto inedite...

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Il villaggio dei pescatori non c'è più, i pescatori per un motivo o per altro non ci sono più.
L'ultimo pescatore professionista che abita e risiede a Su Pallosu è lui : Barore Carta.In queste belle foto lo vediamo con qualche....pesciolino. :)


Su Pallosu nella lista del Patrimonio Unesco, al via la ricostruzione delle Capanne con 10 milioni UE

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 Il Ministero dei Beni Culturali ha approvato la Proposta d'inserire Su Pallosu nella lista del Patrimonio Umanità Unesco e 10 milioni di euro dell' Unione Europea sono stati stanziati per la ricostuzione delle nuove Capanne di Su Pallosu.
E' stato presentato oggi presso la sede l'Unione dei Comuni “Costa del Sinis-Terra dei Giganti”, il  progetto UNESCO che ridarà vita all'antico borgo della Marina di San Vero Milis, nell'ambito del percorso della Programmazione Territoriale.
Parte attiva del Progetto sarà il Fondo Ambiente Italiano, che aveva approvato l'idea progettuale dell'Associazione Culturale Amici di Su Pallosu dopo la vittoria proprio di Su Pallosu nel Concorso  Luoghi del Cuore 2014, sottoscritto da 6.626 cittadini
 Sarà realizzata una “Casa del Territorio” con tre capanne in falasco a fini culturali-museali, nell’area del camping  attualamente abbandonato e in mano ai vandali di Sa Mesa Longa.
 A Su Pallosu è stata  riconosciuta la sua valenza storica e naturale come area archeologica nuragica, la presenta dell'antica tonnara e  la rara presenza italiana della  specie botanica floristica Eliantemo/Testa di Micio.
“Dopo anni di battaglie-ha dichiarato Andrea Atzori, Presidente dell'Assocazione Culturale Amici di Su Pallosu- questa è la svolta per il Turismo della nostro territorio e dell'intera Sardegna.E' stato un iter lunghissimo, ma ora la rinascita può cominciare .”

Su Pallosu 1 Aprile 2018

Associazione Culturale Amici di Su Pallosu

Su Pallosu in versi

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SU PALLOSU


Una porzione di spiaggia ambrata
che tocca il sole
sopra scogli che balzano
agli occhi lattescenti
di un lattiginoso vento,
e quell'aria pregna di sale
che risuona e miagola
un ricordo palpabile e attento
nella culla dorata di un canoro
abbraccio tra anime eterne
di anziani pescatori,
e ameno, è un sentimento un tremolare
che si percepisce altrove
oltre un lontano nembo
incalzato da passione ansante
come in un pertugio nella moltitudine.


FABIO STRINATI







Fabio Strinati - Poeta, scrittore, pianista e compositore

"Sono molto felice di poter condividere con voi e con i vostri lettori i miei versi dedicati a Su Pallosu, una località che dentro di me ha un significato molto acceso ed importante. Un luogo che conosco bene, proprio perché ci ho trascorso dei momenti molto intensi, sia come uomo, sia come anima."

Fabio Strinati nasce a San Severino Marche il 19/01/1983 e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata nelle Marche. Molto importante per la sua formazione è l'incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci, grande interprete della musica contemporanea. 
Fabio Strinati inizia nel 2014 a dedicarsi alla scrittura, pubblicando nell'ottobre dello stesso anno il suo primo libro di poesie, Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo, che è stato trasposto anche in spettacolo teatrale. Seguono Un’allodola ai bordi del pozzo, che si è aggiudicato alcuni premi nazionali ed internazionali, Dal proprio nido alla vita, un poemetto ispirato a un romanzo di Gordiano Lupi, Miracolo a Piombino, poi ancora le raccolte poetiche Al di sopra di un uomo e Periodo di transizione
Fabio Strinati è presente in diverse riviste ed antologie letterarie e si è aggiudicato numerosi Premi.


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